Annalena ha svolto il suo progetto di volontariato ESC presso Fjord&Baelt un centro di cura e addestramento di animali marini nello specifico le Foche in Danimarca.
Dal 15/09/2024 al 15/09/2025
Ecco il suo racconto:
Di cosa ti sei occupata in questo anno in Danimarca, presso Fjord&Baelt? 
A Fjord&Baelt ho fondamentalmente svolto il ruolo di zookeeper per foche e focene. La giornata ruota attorno alla pulizia degli spazi, alla preparazione del cibo, alle sessioni di addestramento e ai progetti di ricerca, e posso dire di essere stata coinvolta in ognuno di questi punti.
Con aggiunta ovviamente di tutto quello che la giornata specifica prevede, specialmente se stiamo cercando di fare un qualche tipo di manutenzione o se siamo particolarmente pieni di ospiti che magari hanno domande da farci. Riassumendo, posso dire di essermi occupata di tutto ciò che riguarda la cura dei nostri animali e l’interazione con gli ospiti.
E nel tuo tempo libero?
“Il mio tempo libero varia molto da giornata a giornata visto che vi sono volte che torno da lavoro completamente distrutta (…) ogni giovedì (a parte la pausa estiva) andavo all’Ungdomhuset per partecipare al Folkekøkken, un progetto dove si cucina tutti insieme una cena vegana che verrà poi venduta per 40 corone. A volte mi univo anche allo Spisklub del mercoledì, dove a pagare le 40kr siamo noi e questo da accesso a un gran buffet di cibo e buona compagnia”.
Questo progetto, ti ha cambiato secondo te? In che modo?
Credo mi abbia cambiato in molti modi sia per il lavoro in sè fatto all’acquario che per tutto quello fuori da lavoro. Ovviamente all’acquario ho imparato praticamente tutto quello che so in ambito di zookeeping e di addestramento con rinforzo positivo,
avevo già una base teorica data dall’università ma ciò che ho imparato in un anno di lavoro probabilmente nemmeno a laurea terminata lo saprei. Sono decisamente più consapevole di chi voglio essere a livello professionale, di cosa voglio evitare e di che cosa invece non mi dispiacerebbe provare nella mia carriera prima di “specializzarmi”.
Grandi cambiamenti sono venuti anche al di fuori del lavoro, primo fra tutti il fatto che vivessi da sola per la prima volta: mi ha reso molto indipendente, mi ha insegnato a organizzarmi i tempi (quando fare la lavatrice rispetto alle coinquiline, come prepararmi da mangiare per la settimana etc..) e soprattutto a stare tanto da sola, cosa che prima (vivendo in una casa di cinque persone e vari animali) non era più di tanto possibile.
Quali pensi che siano stati i punti di forza del tuo Progetto?
Il gran punto di forza del mio progetto è definitivamente il mio team di addestratori. Visto che collaboriamo in spazi ristretti e siamo sempre a contatto, sei praticamente “costretto” ad
andare d’accordo con gli altri, ma di base questo non richiede un grande sforzo perché ogni singola persona facente parte del team è davvero incredibile. (..)
Un altro punto di forza è l’indipendenza che i “capi” ti danno appena hai il “via libera” per una certa attività. L’indipendenza aiuta quando siamo con poco personale e puoi prendere tu stesso decisioni che altrimenti spetterebbero ai responsabili, sapere di avere questo tipo di fiducia da parte loro è incredibilmente rincuorante.
Altra cosa che apprezzo molto è che di tutti i vari compiti “obbligatori” della giornata meno entusiasmanti (tipo pulire) non sono cose relegate soltanto a noi volontari ma vengono fatti anche dagli stessi biologi che magari un attimo prima stavano parlando con dei famosi ricercatori. Questo aiuta a sentirti più parte del team perchè ti senti che non sei solo lì per essere “sfruttato” e vedere gli altri fare mansioni più eccitanti (come le sessioni di addestramento) ma sei attivamente parte del tutto.
Ora che hai quasi finito il progetto, cosa sono i tuoi piani?
Sicuramente voglio riprendere l’università e laurearmi, poi penso di voler provare a lavorare/fare tirocinio in diverse realtà per capire quale aspetto del mio campo mi piace di più prima di fare un’eventuale magistrale, specializzarmi in qualcosa subito dopo la triennale non mi sembra la scelta più saggia avendo avuto modo di conoscere – almeno in parte – questo ambito durante quest’anno.
C’è un’esperienza in particolare che vorresti ricordare?
Sono successe molte cose durante il mio anno ma le prime due che mi sono venute in mente sono certamente il breve tirocinio che ho fatto alla clinica veterinaria del veterinario che visita i nostri animali una volta la mese e la seconda è stata il 15 giugno, giorno in cui la nostra cucciolina di foca Luna è nata. Era da una settimana che noi addestratori controllavamo assiduamente le telecamere durante la sera per vedere se le nostre foche volessero partorire e quando quella mattina mi sono svegliata, ho controllato le telecamere (cosa che ormai facevo a ogni momento libero) e ho visto la placenta sul molo e successivamente la mamma Tulle con un fochino, è stata una gioia immensa. Sono arrivata a lavoro praticamente un’ora prima (dove c’era già una mia collega, non ero l’unica super emozionata) solo per ammirare la cucciolina.
Consiglieresti ad altre persone un’esperienza ESC? Perché?
Consiglierei assolutamente un’esperienza ESC perchè credo che fare parte di qualcosa come l’Unione Europea sia un enorme privilegio di cui noi spesso non ce ne rendiamo conto o sottovalutiamo. Il fatto che questo sistema ci permetta di prendere e trasferirci in un altro paese (che non necessita di alcun tipo di visto, controllo di background o altro) senza nemmeno pagare un singolo € è qualcosa di incredibile. Per non parlare di tutto quello che comporta vivere un’esperienza all’estero lontano dalla famiglia e in un ambiente nuovo, è una crescita e maturazione esponenziale che davvero ti migliora e ti far rendere conto di tante cose.

Grazie mille Annalena per questo tuo racconto! Un grande in bocca al lupo per il tuo dopo-ESC !
Il Team Porta Nuova Europa









