A gennaio 2025 Rolando ha iniziato il suo ESC presso il Centro Europe Direct di Grenoble. In questa testimonianza, ci racconta con grande sensibilità i suoi primi mesi di esperienza, condividendo emozioni, riflessioni e sfide personali
“Ho ventiquattro anni, mi chiamo Rolando, ma in Francia mi chiamano Rholo [ʁolo].
Sono partito il tre gennaio da Faenza, in Romagna, la mia vita pressata in una valigia da ottanta litri e in uno zaino che ha visto giorni migliori. Ora, senza neanche essermene accorto, mi ritrovo ad aver quasi concluso il secondo mese di volontariato per la sede Europe Direct di Grenoble, la capitale delle Alpi.
È dalla triennale che sapevo di voler partecipare a un ESC a lungo termine, e il momento giusto si è presentato con delicatezza dopo la fine della magistrale, dopo aver già provato un ESC a breve termine, un semestre di Erasmus in Spagna, e innumerevoli esperienze di scambi giovanili e corsi di formazione.
Per me, in effetti, le esperienze all’estero sono sempre state colorate del famoso verde dell’erba del vicino, mai stinte dai miei passi e sempre rinfrescanti. Il desiderio di confrontarmi con la permanenza (o assenza) più lunga che io abbia mai vissuto prende la forma di un fiume dai molti affluenti: la voglia di provare una routine completamente nuova, quella di recuperare una lingua che non parlo da anni, di conoscere nuove persone e creare connessioni meravigliose; e ancora di poter restituire un poco della meraviglia che vivo ogni volta che parto e apro una pagina bianca, di apprendere come questo processo viene svolto a livello professionale da un ente che se ne occupa con tanto impegno come Europe Direct.
È forse un sentimento comune alla mia generazione quello di essere strattonati dal dopo senza davvero sapere cosa fare, di ricevere questa pressione da ogni lato dovendo pensare alla nostra direzione in ogni momento tenendo in considerazione i salari in calo, i disastri politici, quelli climatici, la richiesta di fare qualcosa della nostra vita prima che sia troppo tardi … Non sono stato immune a queste e tante altre preoccupazioni: per quanto non mi sia mai sentito straniero nei luoghi e nei lavori che ho esplorato, non mi sono neanche mai sentito a casa, e ho pellegrinato giorno dopo giorno senza meta precisa. Questo ESC è la coronazione di questo percorso di vagabondaggio spirituale, educativo e lavorativo, in un qualche modo racchiudendo tutti e tre questi aspetti e donandomi un tempo di riflessione e quieto apprendimento rimanendo circondato di eventi, persone e luoghi colorati e nuovi, e lasciandomi in gentile contemplazione.
Il mio lavoro con Europe Direct è sempre vario e soddisfacente, permettendomi di spaziare dai laboratori di divulgazione sulle tematiche europee ai lavori manuali e fino a quelli più creativi di grafica, scrittura, design; e lasciandomi lo spazio per respirare.
I miei colleghi, fantastici dal primo all’ultimo, mi hanno aiutato ad integrarmi nei nuovi ritmi e ambienti a braccia aperte, esattamente come hanno fatto i miei coinquilini e, più in generale, la maggior parte delle persone con le quali ho interagito dal mio arrivo. Avendo appurato che questo volontariato è cosi profondamente umano, ho deciso di prendere ogni secondo di questa esperienza come il regalo che è, con la gratitudine che merita, perché non penso di poter vivere un’opportunità migliore in questo momento della mia vita.”
Grazie Rolando per questa testimonianza riflessiva e piena di spunti, ti auguriamo una buona continuazione del tuo ESC!
Il Team Porta Nuova Europa