Pietro ha svolto il suo ESC in Germania presso il Kita Monelli, in collaborazione con la AWO di Karlsruhe dal 10/2023 – 10/2024
Ciao Pietro, hai di recente terminato il tuo ESC di 1 anno in Germania, di cosa ti sei occupato?
Il mio progetto ESC era di essere un volontario all’interno di un Kita a Karlsruhe, quindi in particolare mi sono occupato di aiutare in generale la scuola e gli insegnanti.
Qual è stata la tua prima impressione appena arrivato in Germania, in questo caso a Karlsruhe?
La città mi é apparsa subito abbastanza tranquilla: per me una città di 300’000 abitanti é grossa, ma nonostante questo non mi é sembrata affatto caotica o pericolosa. In più, io ho vissuto non esattamente in città, ma in un paesino vicino, e li era ancora più tranquillo. Dal mio punto di vista era perfetto, mi piace la tranquillità, ma é anche vero che se si é in cerca di qualcosa di più movimentato forse non é la prima della lista per vita notturna. Nonostante ció ci sono tante attività da fare, e la presenza dell’università da occasione di incontrare altri ragazzi.
Ricordi ancora il tuo primo giorno ? Racconta…
Il mio primo giorno di ESC é stato una sfida, perché mi son trovato davanti alla mia nuova casa, pieno di valigie, ad aspettare la mia coordinatrice con un’altra volontaria. Ero abbastanza curioso, ma anche un pochino in ansia, perché stavo per vedere chi mi avrebbe accompagnato per tutto un anno. Alla fine la giornata era bella, ho fatto un giro per la città con la mia nuova coinquilina e abbiamo chiacchierato un po’ per conoscerci.
Questo progetto ti ha permesso di uscire dalla tua comfort zone, quali sfide hai dovuto affrontare?
Le sfide ovviamente ci sono quando decidi di fare un’esperienza del genere. Vivere in un posto nuovo, con persone che non hai mai visto, dover comunicare in una lingua che non é la tua sia in casa che al lavoro, lavorare con persone nuove, fare cose che magari non avevi mai fatto: ci sono tante cose che sono state delle sfide, dalle più ovvie alle meno evidenti, ma alla fine di questo anno posso dire che per la maggior parte non sono più delle sfide.
Questo progetto, ti ha dato la possibilità di arricchire le tue competenze? In che modo?
Questo progetto, se preso con serietà e voglia di fare, permette di arricchirti. Basta pensare alla lingua: all’inizio se la si parla male, dopo un anno di full immersion si migliora molto. Non dico di potermi considerare fluente, ma sicuramente rispetto all’inizio capisco e riesco a parlare di più. Per quanto riguarda il lavoro, stare nel Kita mi ha permesso di vedere come si svolgono quasi tutte le cose all’interno di quella realtà. Non é più un mistero, é una cosa ormai familiare, e so benissimo cosa devo fare. Credo che se avessi intenzione di continuare a lavorare con i bambini di quella etá (dai 3 ai 6 anni circa) abbia una buona idea di cosa possa fare.
Non solo per quanto riguarda il lavoro in sè, ma anche personalmente ti puó arricchire l’ESC. Se ti metti in gioco, non ti chiudi nella tua stanza, e provi a parlare con gli altri, puoi scoprire tante cose nuove e fare tante nuove esperienze con i tuoi nuovi amici, conosciuti durante il progetto. E possono essere persone conosciute nella cerchia dei volontari che vivono con te o al di fuori di essa. Non dico che sia fondamentale e nemmeno che sempre si riesca a legare con gli altri, ma secondo me é una parte importante del progetto.
C’è un’esperienza in particolare che vorresti ricordare, o alla quale sei più legato?
Di esperienze da ricordare ce ne sarebbero tante, ma ne voglio dire solo due: una fatta grazie al Kita e una fatta al di fuori del lavoro. Con il Kita, in particolare con i bambini più grandi, una volta siamo andati in un campo si fragole a raccoglierle, e poi a scuola abbiamo preparato la marmellata che é stata data come merenda. L’ho trovato molto divertente e anche i bambini si sono divertiti. Al di fuori del lavoro, io con la mia coinquilina Zushy, abbiamo visitato diversi posti del Baden-Württemberg e andare sulla Rodelbahn é stato super divertente (tra l’altro la più lunga della Germania).
Consiglieresti ad altre persone un’esperienza ESC? Perché?
Questa é un’esperienza unica, che ti dà tante possibilità, sia sul piano personale che lavorativo. Mi sento di consigliarla fortemente a chiunque avesse idea di farla. Io ho avuto una bellissima esperienza, ma bisogna essere consapevoli che bisogna metterci del proprio per vivere una bella esperienza, altrimenti credo che possa diventare pesante. Ma oltre a questo, non credo ci sia altro: esperienza semplicemente indimenticabile.
Grazie Pietro per questa intervista e per la tua disponibilità e partecipazione all’ESC!
Ti auguriamo buona fortuna per i tuoi prossimi progetti, sia di studio che di vita 🙂
Il Team Porta Nuova Europa