Il progetto ESC di Caterina presso Espoo City Youth Services a Espoo dal 01/02/2024 al 01/07/2024
Progetto coordinato da Allianssi Youth Exchanges di Helsinki
Ciao Caterina,
Quale parola o immagine rappresenta questa tua esperienza?
“Noniin” – si tratta di un espressione tipicamente finlandese che rispetto al contesto può avere significati positivi, negativi o colloquiali. È stata una delle prime parole che ho imparato e che hanno reso il finlandese al contempo buffo e difficile ai miei occhi.
Cosa hai fatto durante il tuo progetto?
Ho lavorato in un Centro giovanile che si chiama Espoo’s Youth Services che offre attività per il tempo libero a ragazzi e bambini in età tra 13 e 17 anni. Sono stata coinvolta nelle attività giornaliere del centro, creando e organizzando diverse attività. Per esempio ogni mercoledì gestivo il English Cooking Club e di giovedì tenevo un gruppo di ragazze tra 9 e 11 anni. E’ stato bellissimo insegnare la cucina italiana ma non solo, ai ragazzi finlandesi, mi sono divertita un sacco!
Come è stato vivere a lungo in Finlandia?
Ho avuto l’occasione di vivere inverno, primavera e estate: vivere l’inverno in Finlandia può essere difficile a causa della poca luce e delle basse temperature, perciò credo di potermi ritenere soddisfatta di aver vissuto sia il fascino della neve, del gelo, delle lunghe ore di buio, che i paesaggi di primavera, il mare e i laghi, l’aurora boreale e i soldi di mezzanotte d’estate.
La Finlandia facendo parte dei paesi nordici gode di una qualità della vita che anche se solo per 5 mesi, e da cittadina temporanea, ho potuto sperimentare. Vivere in un welfare state (realmente sviluppato) mi ha dato più serenità, sia come giovane straniera che come donna.
Il progetto ti ha cambiato secondo te?
Credo di essere maturata nell’autonomia personale, ora riesco a gestire meglio (e con più serenità) aspetti della mia vita, come quello economico e sociale, ma anche emozionale, in modo più indipendente e avendo anche più fiducia nelle mie capacità.
Anche vivere e condividere esperienze con persone da diversi paesi mi ha dato la possibilità di ascoltare storie di vita e essere più consapevole su aspetti legati alle differenze culturali, linguistiche e ambientali, trovandomi a ragionare spesso sulle condizioni di privilegio in cui sono nata e cresciuta.
Ho anche imparato a dare maggior valore al tempo: quello speso con me stessa e quello speso con altri. In passato credevo che passare tempo con me stessa “non contasse” perché non contribuiva in modo attivo all’ “altro” (immaginario), ora ho capito che il tempo speso con me è concesso.
Sto imparando a dire “no” e a darmi un limite, sia fisico che mentale: all’inizio volevo e pensavo di poter fare qualsiasi cosa e di doverla fare al massimo, svolgere volontariato senza mai sbagliare, fare sport ogni giorno, essere sempre in socialità, non perdere nessuna occasione di serata, finché non ce l’ho più fatta e ho cominciato ad ammalarmi. Da lì sono riuscita a capire che porsi questa barriera di perfezione non mi avrebbe portato a godermi l’esperienza, anzi il contrario. Perciò ho cominciato a coltivare la moderazione.
Credo anche di aver assimilato aspetti della cultura nordica, soprattutto quelli che combaciano al meglio con la mia personalità: il rispetto per lo spazio interpersonale, l’importanza e la cura per la salute mentale e fisica, il concetto di lavoro efficiente e quanto lo stress non faccia parte di esso, il contatto con la natura in tutti i suoi aspetti, l’importanza della famiglia.
<- Questa immagine contiene quasi tutte le persone che hanno contribuito a rendere la mia esperienza così speciale. Nello sfondo c’è anche il lago e la foresta, elementi caratteristici della natura finlandese, che fin dal primo momento mi ha affascinata.
Grazie mille Caterina, per il tuo racconto e per esserti messa in gioco sin dal primo momento. Sei un esempio per tanti!